Casanova a Spessa

Il Castello di Spessa a Capriva del Friuli è inscindibilmente legato all’affascinante figura di Giacomo Casanova(1725-1798), suo illustre ospite.Pur essendo universalmente conosciuto per la propria abilità di seduttore, Casanova fu soprattutto un rappresentate di spicco della cultura settecentesca e un ispirato letterato. Giacomo Casanova, Cavaliere di Seingalt: un uomo brillante che esibì una “multilateralità stupefacente per noi moderni”, come disse di lui Hermann Hesse. Non quindi solo il celebrato amatore, l’avventuriero, la spia dell’Inquisizione veneziana, ma anche e soprattutto il multiforme e cosmopolita intellettuale che scrisse ben 43 opere, traducendo Omero e inventando diversi generi letterari.

Giacomo Casanova conobbe il conte Luigi Torriani durante la rappresentazione di una commediafrancese che si tenne in casa del Barone di Königsbrunn a Trieste. In quell’occasione il conte lo invitò a trascorrere qualche settimana, durante la stagione autunnale, nella sua tenuta di campagna a Spessa, a sei miglia di distanza da Gorizia. Casanova accettò e, ai primi di settembre del 1773, arrivò a Spessa e vi si trattenne per circa due mesi. Alla sua permanenza a Spessa, l’illustre veneziano dedica varie pagine della Storia della mia vita, le sue famosissime memorie. Fra l’altro racconta che il patrimonio del conte consisteva tutto nei suoi grandi vigneti che si estendevano attorno al castello, da cui proveniva “un vino eccellente”. La tranquillità della vita di campagna gli permise di dedicarsi ai suoi studi e scritti e di terminarel’Istoria delle turbolenze della Polonia, opera che pubblicò a Gorizia l’anno successivo, presso l’editore Valerio de Valeri. Nemmeno a Spessa, la fama di seduttore di Casanova andò smentita. Sgualda, giovanissima vedova al servizio del conte, entrò nelle grazie dell’illustre corteggiatore, che la descrive come “innamorata, e mite come un agnello, cosa che nelle contadine del Friuli è assai rara”. Gli incontri clandestini si susseguirono, notte dopo notte: Sgualda arrivava a mezzanotte nella stanza di Casanova, senza essere vista da nessuno, e se ne andava all’alba. Ma la segretezza della tresca era solo un illusione. Un mattino, apparentemente uguale a tanti altri, Sgualda uscì dalla stanza di Casanova, che appena chiusa la porta udì spaventose grida. Riaperta la porta dinanzi agli occhi gli si presentò una scena che definire incresciosa è riduttivo: il conte stava bastonando Sgualda, trattenendola per la veste. Torriani era nemico giurato della ragazza perché, pur importunandola dal tempo in cui era vivo suo marito, gli si era sempre negata. La reazione di Casanova fu immediata: ancora vestito con la camicia da notte balzò addosso a Torriani,lo afferrò per la gola fino quasi a strangolarlo e, afferrato lo stesso bastone col quale il conte poco prima picchiava Sgualda, cominciò a percuoterlo, inducendolo alla fuga.Questo episodio, congiunto ad alla poca gentilezza del conte anche in altre occasioni, convinse Casanova ad andarsene dal castello. Visse poi fra Gorizia e Trieste per oltre un anno, attendendo il perdono di Venezia (dove era indagato dall’Inquisizione) ed il richiamo in patria, che avvenne nel 1774.

Per omaggiare Giacomo Casanova, nel Parco secolare del Castello è stata tracciata una romantica passeggiata che si sviluppa fra alberi secolari, bersò, balconate ornate di statue e allietata da frasi, aforismi ed episodi legati alla permanenza dell’avventuriero a Spessa.

All’illustre veneziano è dedicato dal 2003 il Premio Giacomo Casanova Castello di Spessa.

In alcune edizioni, in concomitanza con il Premio Casanova, viene inoltre assegnato il Premio Cavaliere di Seingalt, titolo di cui si fregiava Casanova. L’iniziativa è correlata al concorso letterario e si prefigge di premiare un uomo che per poliedricità, eccellente cultura, per la flessibile arte di vivere, rappresenti l’ideale di uomo elegante del nostro tempo, meritando la stima del mondo femminile. La giuria è composta da sole donne.